CHIP E IMPIANTI CEREBRALI

 

 


 Bryan Johnson è il fondatore e CEO della startup di neuroscienze Kernel (kernel.co), da 100 milioni di dollari. La società fondata nel 2016 a Los Angeles punta a sviluppare un piccolo chip da innestare nel cervello. Il team formato da neuro scienziati, fisici e ingegneri sono guidati dalla convinzione che esplorare la mente sia l'opportunità più importante e consequenziale di questo secolo. Il chip è disegnato per acquisire, interpretare e modificare i segnali elettrici generati durante l'attività cerebrale e consentire quindi una comunicazione diretta tra noi e il computer. Questo rappresenterebbe un valido aiuto per trattare numerose patologie di tipo neurologico. La società si sta concentrando in primis sulle applicazioni mediche, per ottenere una comprensione più profonda dei diversi e complessi modi in cui il cervello può causare problemi. Johnson spiega:


"Non scendo nei dettagli tecnici, ma stiamo costruendo delle interfacce neurali avanzate e studiando una grande varietà di applicazioni. Il primo passo è aiutare chi soffre di patologie neurologiche come Alzheimer, Parkinson, epilessia e depressione. Mentre nel lungo termine, il nostro focus sarà mettere a punto piattaforme e strumenti che ci aiuteranno a incrementare le nostre capacità cognitive ed esplorare le potenzialità umane”.

L'obiettivo di Kernel, in ultima analisi, sarà quello di espandere e sviluppare la 'brillantezza' della mente, esattamente come avvenuto per l'intelligenza artificiale negli anni più recenti, o almeno co-evolvere insieme alle macchine, Johnson vorrebbe aprire la strada all'interfaccia diretta quindi con i dispositivi informatici. Tra quanto tempo sarà possibile un aumento delle facoltà cognitive ? Difficile dirlo però Johnson ipotizza che le persone senza delle particolari problematiche di salute riusciranno a beneficiarne tra dieci o quindici anni.

"Il funzionamento del nostro cervello è ancora, in buona parte, misterioso. Voglio arrivare al punto di poter scrivere e leggere il codice neurale - grazie a cui gli impulsi nervosi vengono interpretati come percezioni, ricordi, significati e intenzioni - nello stesso modo in cui oggi scriviamo e leggiamo il codice informatico”.

Nella corsa per collegare l’uomo ai computer per consentire agli esseri umani di controllare la tecnologia digitale usando solo le loro menti Kernel non è la sola startup ad investire milioni di dollari. Elon Musk già CEO di Tesla e fondatore dal 2016 della società Neuralink Corporation (neuralink.com), con sede a San Francisco, dispone di un capitale di 158 milioni di dollari (di cui 100 milioni investiti dal solo Musk), spera di dare il via al più presto alla sperimentazione sugli esseri umani paralizzati. La società al momento ha sviluppato un dispositivo (simile a una macchina per cucire), capace di implementare fili molto sottili dentro il cervello capace di leggere le informazioni per un massimo di 3.072 elettrodi. Gli elettrodi verrebbero impiantati da un robot neurochirurgo di loro ideazione garantendo (dice Musk), gli stessi rischi di una banale operazione agli occhi fatta con il laser, vista la grande precisione del loro robot avendo un margine di errore di micron.





Commenti

Post più popolari