STARLINK - SPACEX

Il primo lancio della flotta Starlink di 60 satelliti è avvenuto il 24 maggio del 2019 alle ore 04:30 (ora italiana), messi in orbita con il razzo Falcon 9 e lanciati dalla base di Cape Canaveral in Florida, entreranno a far parte entro il 2024 di una costellazione di 12mila satelliti che copriranno con il loro segnale radio tutto il mondo, riuscendo così a rivoluzionare il campo della distribuzione internet a livello planetario. La società Space Exploration Technologies (SpaceX), ha in programma di schierare entro la metà del 2027 oltre ai 1600 satelliti a 550 km dalla terra, altri 2800 ad una quota di 1.150 km e ulteriori 7500 a 340 km. (https://www.media.inaf.it/2019/05/31/starlink-radioastronomia/). Non esisterà più il problema della connettività perché il segnale arriverà ovunque, anche nelle zone più remote e impervie della terra dove attualmente non è possibile arrivare con i tradizionali metodi per problemi logistici o di elevati costi, raggiungendo così i 3,6 miliardi di persone che sono in assenza di connettività (http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/onu-53-6-per-cento-degli-abitanti-del-pianeta-usano-internet-9aa78f97-30ee-4943-bc0e-c45937ce40c0.html ).Questo mastodontico progetto è finanziato in parte da Google (il famoso motore di ricerca), e Fidelity ( uno dei più grandi fondi di investimento americano), che con un miliardo di dollari detengono meno del 10%, oltre a Founders Fund, Draper Fisher Jurvetson, Valor Equity Partners e Capricorn come finanziatori di SpaceX produttore aerospaziale privato americano di cui l’amministratore delegato e fondatore è Elon Musk. (https://www.astronautinews.it/2015/01/spacex-progetta-internet-via-satellite-e-si-allea-con-google/).  I satelliti una volta entrati nel loro spazio operativo (slot), comunicheranno tra di loro tramite una tecnologia laser, in grado di far rimbalzare il segnale da un satellite all’altro da una parte all’altra dell’emisfero passando prima da una stazione di terra che comunicherà tramite onde radio con il satellite più vicino a lei in quel momento. Questa tecnologia sarà in grado di offrire velocità fino a 1 Gbit/s, con latenze comprese tra 25 ms e 35 ms. Questo servizio sarà equiparabile a quello attualmente in uso del cavo a fibra ottica.(https://www.wired.it/internet/web/2018/11/09/starlink-internet-spaziale-elon-musk/?refresh_ce=) La mission di questa società, fondata nel 2002, è quello di rivoluzionare la tecnologia spaziale, con l'obiettivo finale di consentire alle persone di vivere su altri pianeti (www.spacex.com).

Da un documento del dipartimento della difesa americano (https://www.defense.gov/Newsroom/Contracts/Contract/Article/1718270/), l’ Air Force, in data 19 dicembre 2018, ha sovvenzionato SpaceX con una cifra pari a 28,713,994 milioni di dollari per studiare, sviluppare, sperimentare e testare possibili applicazioni militari sulla sua futura costellazione di satelliti Internet Starlink (https://www.teslarati.com/spacex-starlink-us-military-500-700m-raised/). La missione è stata il primo lancio sotto il controllo della US Space Force (esercito spaziale americano), il sesto ramo operativo militare oltre alla Marina, Aviazione, Esercito, Guardia costiera e Marines, istituito il 20 dicembre 2019 con l'entrata in vigore della legge nazionale sull'autorizzazione alla difesa dello spazio. (https://directory.eoportal.org/web/eoportal/satellite-missions/s/starlink) - (https://www.spaceforce.mil/About-Us/FAQs/Whats-the-Space-Force). Starlink è la più famosa, ma non unica, società che attualmente ha in orbita satelliti in grado di fornire servizi via satellite. Il progetto di Amazon si chiama Kuiper (in fase di sviluppo avanzato), sarà formato da una costellazione di 3.236 satelliti che si troveranno ad un’altitudine compresa tra 590 e 630 chilometri e riusciranno a coprire il 95% della popolazione mondiale. Saranno in grado di fornire internet a bassa latenza e ad alta velocità attraverso una copertura globale. Con questo progetto il colosso Amazon di Jeff Bezos si aggiunge ad altri fornitori di servizi più “piccoli” come Viasat, Telesat, OneWeb, e ovviamente SpaceX (http://visibilita.net/internet-satellitare-amazon-banda-larga-kuiper/).  

Secondo quanto dichiarato da Elon Musk per connettersi alla rete internet satellitare, agli utenti verrà consegnato un terminale (antenna), grande quanto una scatola da pizza, che “sembra un UFO sottile, piatto e rotondo su un bastone”. Il dispositivo in grado di posizionarsi autonomamente verso il cielo ottimizzerà il segnale automaticamente.

Hugh Lewis docente presso l'Università di Southampton, rappresenta l’Agenzia spaziale del Regno Unito nel comitato di coordinamento tra le diverse agenzie che si occupano dei detriti spaziali, in un intervista a New Scientist ha dichiarato :

“Per mantenere solo il numero di 4425 satelliti, dovranno lanciare in orbita quel numero ogni cinque anni”. https://www.newscientist.com/article/mg24032033-300-the-first-detailed-look-at-how-elon-musks-space-internet-could-work/#  

Holger Krag, uno dei più alti funzionari addetti alla sicurezza dell’ESA (Agenzia Spaziale Europea), durante l’ European Space Week (incontro che si è tenuto ad Helsinki), ha dichiarato che la spazzatura spaziale intorno al nostro pianeta sta per raggiungere un livello critico, di proporzioni gigantesche. I detriti attualmente dispersi sarebbero oltre 34mila oggetti considerando pezzi di razzi, satelliti operativi e non, più vari altri detriti. L’agenzia spaziale europea ha stanziato nel dicembre 2019, una somma pari a 412 milioni di euro per programmi di sicurezza spaziale, parte dei quali saranno destinati a sovvenzionare una missione volta a rimuovere dall'orbita i satelliti “spazzatura”. Attualmente su 4.500 satelliti in orbita, solo 1.500 sono quelli attivi, la nostra preoccupazione (continua Krag), è che i detriti potrebbero scontrarsi e causare danni ai satelliti funzionanti. In un articolo pubblicato in data 9 dicembre 2019 si annuncia che L’ESA ha dato il via con il nome di ClearSpace-1, alla prima missione per la rimozione dei detriti spaziali. Il primo progetto che riguarderà la società ClearSpace sarà quello di smaltire Envisat, un satellite dell’ ESA grande come un autobus dal peso di 8 tonnellate che ha cessato di funzionare dopo 10 anni di attività. Il satellite operativo dal 1 marzo del 2002 si trova in una altezza orbitale di 800 km, il suo compito fino all’ 8 aprile 2012 è stato quello di fare misurazioni del terreno, dei ghiacci, dell’atmosfera e degli oceani. I dati raccolti hanno contribuito ad aiutare la ricerca scientifica consentendo di monitorare i cambiamenti climatici e ambientali. Il prototipo del primo “carro attrezzi” (passatemi il termine), che avrà il compito di portare i detriti a terra è di una società svizzera di Losanna. Il programma Clean Space è diretto da Luisa Innocenti, fisica milanese trapiantata a Parigi. (https://clearspace.today).Questa missione sarà la prima al mondo e segnerà il suo inizio nel 2025. Sul lato della prevenzione si sta occupando un importante startup italiana con sede in Lombardia la  D-Orbit (www.dorbit.space), fondata nel 2011 da Luca Rossettini e Renato Panesi, ha ricevuto negli anni una serie di importanti finanziamenti, come Horizon 2020.

https://www.esa.int/Newsroom/Press_Releases/L_ESA_commissiona_la_prima_rimozione_dei_detriti_spaziali_al_mondo






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